sabato 31 agosto 2013

Testi scolastici sempre più cari? Prendiamoli in "comodato d'uso"

tratto dal quotidiano "la Repubblica" (di Tullia Fabiani)

Un contratto. Alla scuola l'onere di comprare i libri, agli studenti quello di leggerli e restituirli in buono stato al termine dell'anno scolastico. Due firmette e il comodato d'uso è fatto. E dunque al bando il caro libri, al bando le lamentele dei genitori, che in questo caso possono tenere larga la cinghia e tirare un sospiro di sollievo. Con cento euro, o in certi casi con zero euro, quindi gratis, uno studente avrà subito tutti i libri che gli servono, e poi alla fine dell'anno potrà riconsegnarli alla scuola, senza altra spesa. Salvo che le copertine siano ancora intere e le pagine quelle di un anno prima. Perché nel caso non fosse così, allora lo studente, o chi per lui ha firmato, il libro lo ricompra. Semplice e vantaggioso per le famiglie (forse un po' meno per i librai), il comodato d'uso è una realtà presente in diverse scuole italiane. Ma non molte.
Ci sono scuole che lo praticano da decenni, come la scuola media Don Milani-Colombo di Genova e altre che hanno cominciato un anno fa a sperimentare questa modalità di fruizione dei libri, come il Liceo Scientifico Copernico di Udine. E c'è chi porta avanti il progetto solo attraverso autofinanziamenti, chiedendo magari una quota minima alle famiglie, e chi può far affidamento su fondi stanziati dalla rispettiva Regione. Di certo però la diffusione di questo tipo di servizio è ancora fortemente circoscritta e, quando si comincia a parlare di "diritto allo studio" , l'argomento si fa bollente.
Non è solo questione di risparmio per le famiglie, infatti. In ballo non ci sono solo i consumi che calano, gli editori che protestano perché gli aumenti sono sempre sotto la media, o i tetti di costo stabiliti dal Ministero, sfondati o meno. A orientare le scuole, le associazioni e gli enti locali verso la scelta del comodato d'uso per i libri di testo, a detta loro, sono soprattutto altri principi: uno, che la gratuità dell'istruzione, prevista dalla nostra Carta Costituzionale, sia sempre più estesa; l'altro pedagogico, finalizzato a formare i ragazzi nel rispetto della "cosa comune". E per vedere come tutto ciò trovi applicazione nella realtà ecco alcune delle esperienze di comodato, diverse per origine e per metodo. Ma accomunate dall'obiettivo.
Scuola media "Don Milani-Colombo", Genova. È dal 1976, praticamente dalla nascita, che questa scuola attua il comodato d'uso dei libri. Oggi a beneficiare della possibilità sono 12 classi (delle 4 sezioni che fanno capo al vecchio istituto Don Milani), per un totale di 250 alunni. "La scuola compra tutti i libri, con una spesa iniziale consistente che - racconta il preside Paolo Cortigiani - è di circa 10mila euro". Un costo sostenuto grazie all'autofinanziamento dell'istituto e al contributo volontario dei genitori. "Finora non abbiamo mai attinto ad altri fondi, anche perché non c'è stato mai molto interesse per questo tipo di esperienza - spiega il preside - ma siamo sempre riusciti a portare avanti il progetto. Con il contributo dei genitori (in media 120 euro) i ragazzi hanno libri e materiali didattici per l'intero anno scolastico. E un unico impegno, quello di restituire i libri al termine del triennio". Che poi i testi adottati cambino, o escano nuove edizioni non è un problema. La scuola aggiorna "il parco libri" secondo le esigenze didattiche e senza costi aggiuntivi; cosa questa che secondo Cortigiani "le case editrici e i librai non vedono proprio di buon occhio". "Peccato - lamenta il preside - perché questo metodo del comodato rientra in un progetto ben più ampio di rinnovamento della didattica. Invece si rischia di vedere questa esperienza finalizzata a far risparmiare i genitori e a far trovare alle scuole quei soldi che non arrivano dallo Stato". Tantissimi genitori hanno capito che non è questo il punto e, negli anni, hanno appoggiato e condiviso il sistema proprio in termini educativi. Ma gli ostacoli ci sono: "C'è molta disattenzione in generale alla didattica - precisa Cortigiani - e credo che in caso di diffusione del comodato, ci sarebbe preoccupazione più per gli interessi intaccati dal fenomeno che per altro".
Istituto tecnico industriale e Liceo scientifico tecnologico "Enrico Fermi", Mantova. "Qui il comodato d'uso dei libri è in vigore da almeno 15 anni - spiega la preside Luigia Bettoni - lo studente può scegliere al momento dell'iscrizione se avere i libri in comodato o comprarli. Nel primo caso fa un versamento minimo alla scuola e può tenere i libri tutto l'anno, estate compresa. E su circa 1000 studenti quasi tutti scelgono questa opzione". Naturalmente, secondo contratto, se i libri vengono persi o rovinati, allora si pagano. Per ciò che riguarda l'acquisto invece, la scuola lancia una gara d'appalto tra le librerie e poi si sceglie l'offerta migliore. "Compriamo i libri con i soldi della scuola e il contributo degli studenti - fa notare la professoressa - finora, non abbiamo avuto incentivi dalle istituzioni, ma noi vogliamo continuare il servizio perché crediamo sia una politica sociale importante per il diritto allo studio".
Istituto comprensivo "Pio La Torre", Roma. "Siamo al terzo anno di sperimentazione - racconta il dirigente scolastico Renata Farina - e il tutto è cominciato grazie a un progetto finanziato da un'associazione che si chiama Pic. Attraverso i soldi messi a disposizione dall'associazione e quelli ricavati dalle attività della scuola (mostre mercato nel periodo natalizio), riusciamo a fornire, a 200 studenti di scuola media, i libri di testo in comodato d'uso completamente gratuito. Per la scuola, soprattutto all'inizio è stato un grande sforzo economico, ma è importante vedere come i ragazzi si stiano educando, man mano, al rispetto del bene comune". Anche in questo caso però si fa ricorso a forme di autofinanziamento. "Gli enti locali - spiega Farina -, al momento, danno la possibilità di avere libri gratuiti alle famiglie con basso reddito. Ma so che stanno lavorando per allargare l'utilizzo dei fondi per il diritto allo studio anche a progetti come questo".
Ci sono Regioni però che già lo fanno. Il Friuli Venezia Giulia, ad esempio, dove molti licei, come lo scientifico "Copernico" di Udine, da un anno offrono questa opportunità. Una legge regionale del 2004 ha infatti stabilito un finanziamento alle scuole friulane per l'acquisto di libri da distribuire in comodato d'uso gratuito. "Dall'anno scolastico 2004- 2005 - dichiara Renza Del Fabbro, funzionario del settore Istruzione - gli allievi delle prime classi, sia della scuola secondaria di primo grado che di secondo, possono ottenere libri in comodato. E quest'anno abbiamo aumentato i finanziamenti ed esteso la possibilità anche alle seconde classi, con la speranza di arrivare a coprire in futuro almeno il terzo anno delle medie". "Abbiamo voluto ribadire l'importanza del diritto allo studio - sottolinea Del Fabbro - con un impegno concreto, anche se si tratta di un primissimo passo".
E c'è anche la Regione Campania, che si sta muovendo in tal senso. A oggi infatti il servizio riguardava esclusivamente studenti in condizioni economiche disagiate, ma ora dopo le richieste dell'Unione degli Studenti, l'Assessorato all'Istruzione sta lavorando per allargare e potenziare, con ulteriori fondi, le possibilità di fruizione del comodato d'uso. Magari già nell'anno scolastico in corso. Perché se come sostiene chi ne ha già saggiato pregi e difetti, questo sistema è importante per il diritto allo studio, allora tanto vale non perdere tempo. E a fronte della "eccezionalità" delle scuole che lo praticano, provare a farne una regola.

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