venerdì 26 maggio 2017

Il Corpo dei Militi a Cavallo: Storie di valore, di ferocia e di morte.

E’ il 26 settembre 1875 quando i militi di Sciacca, dopo giorni di serrata caccia all’uomo scoprono il nascondiglio del brigante Vincenzo Capraro nelle campagne vicino alla cittadina. Il bandito ingaggia con loro una sparatoria furibonda nel corso della quale vengono esplosi decine di colpi, sino a che il capobrigante viene abbattuto da cinque proiettili mentre un altro membro della banda rimane ferito.
E’ un grande successo e non c’è motivo di dubitare di quanto scrivono i giornali sull’entusiasmo degli abitanti di Sciacca e dei dintorni, finalmente liberati da un incubo. La Gazzetta di Girgenti è altrettanto entusiasta da trascrivere i nomi di tutti i cinque militi che per primi si sono scontrati con Capraro. Uno di loro è il milite Nicolò Maggio, un poliziotto di prim’ordine, un valoroso che, come dirà una breve cronaca proveniente dalla Sicilia ed apparsa sui giornali del Nord “aveva avuto parte efficacissima nell’operazione”, lasciando capire, nemmeno tanto tra le righe che è stato lui a sparare con la sua carabina Remington il colpo fatale che ha ucciso Capraro.