Sarà
un autunno molto caldo per il mondo del credito cooperativo. Con la nascita dei
due gruppi Iccrea e Cassa Centrale Banca, fra di loro concorrenziali e
pienamente operativi dal 2018, le Bcc italiane si preparano a un’ondata di
fusioni. La scelta di aderire ad
una capogruppo (3 in Italia, una riservata alla Provincia autonoma di Bolzano)
nasce dalla legge di riforma del Credito Cooperativo n° 49 dell’8 aprile 2016, che prescrive
l’appartenenza ad un “Gruppo bancario cooperativo” con cui stipulare un patto
di “coesione” che ne regoli i rapporti. Il patto non andrà a pregiudicare le
finalità mutualistiche degli istituti, bensì a rafforzarne la vocazione
territoriale, la competitività commerciale e l’aspetto patrimoniale, che sarà
rinsaldato attraverso l’accordo di garanzia reciproca. Il gruppo Cassa Centrale
Banca con sede a Trento, a cui hanno aderito oltre 110 Bcc in Italia, diventerà
uno dei più solidi in Italia e sarà ai primi posti anche in Europa. Il grosso delle adesioni è arrivato dal Trentino Alto
Adige che ha fatto
la parte del leone e ha portato in dote 34 istituti di
credito, dall’elenco diffuso da Cassa centrale emerge, anche, una
robusta adesione da parte delle banche cooperative siciliane che hanno mostrato
un certo interesse verso il progetto trentino: sei Cda su 22 hanno deliberato
l’ok a Cassa centrale. Ovvero, Bcc del Nisseno di Sommatino e Serradifalco, Bcc
la Riscossa di Regalbuto, Bcc Antonello da Messina, Bcc di Sambuca di Sicilia,
Bcc dei Castelli e degli Iblei e Credito Etneo.
E’ il 26 settembre 1875 quando i militi di Sciacca, dopo giorni di serrata caccia all’uomo scoprono il nascondiglio del brigante Vincenzo Capraro nelle campagne vicino alla cittadina. Il bandito ingaggia con loro una sparatoria furibonda nel corso della quale vengono esplosi decine di colpi, sino a che il capobrigante viene abbattuto da cinque proiettili mentre un altro membro della banda rimane ferito. E’ un grande successo e non c’è motivo di dubitare di quanto scrivono i giornali sull’entusiasmo degli abitanti di Sciacca e dei dintorni, finalmente liberati da un incubo. La Gazzetta di Girgenti è altrettanto entusiasta da trascrivere i nomi di tutti i cinque militi che per primi si sono scontrati con Capraro. Uno di loro è il milite Nicolò Maggio, un poliziotto di prim’ordine, un valoroso che, come dirà una breve cronaca proveniente dalla Sicilia ed apparsa sui giornali del Nord “aveva avuto parte efficacissima nell’operazione”, lasciando capire, nemmeno tanto tra le righe che è stato lui a sparare con la sua carabina Remington il colpo fatale che ha ucciso Capraro.